Cinque funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell'Eni - dove viene trattato il petrolio estratto in Val d'Agri - sono stati posti agli arresti domiciliari dai Carabinieri per la tutela dell'ambiente perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di "attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti".
I Carabinieri hanno eseguito anche un'ordinanza di divieto di dimora nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti cautelari - emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia - sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta.
Sono stati eseguiti anche due decreti di sequestro con possibili conseguenze sulla produzione di petrolio in Val d'Agri, dove si trovano giacimenti di idrocarburi di interesse nazionale. Lo si è appreso da fonti investigative e sindacali.
Inoltre tra gli indagati risulta esserci anche il convivente della ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi, come rivela repubblica.it
I precedenti
Sul Centro di Viggiano erano arrivate le denunce di Legambiente Basilicata. Già dal 2011 infatti con l'elaborazione del dossier Rifiuti Speciali, l'associazione ha denunciato "anomalie e stranezze nella gestione dei rifiuti speciali in Basilicata, con un sistema che non appare "governato" dall'interesse pubblico ma piuttosto dall'interesse delle imprese private". "Un settore nel quale si hanno difficoltà a reperire dati certi sui flussi, le quantità , le tipologie, gli impianti ed i siti di destinazione: informazioni che sfuggono per incapacità o collusione, a chi è chiamato ad autorizzare, vigilare e controllare. In un contesto così nebuloso, si continuano inoltread importare in Basilicata rifiuti speciali, per essere trattati e smaltiti impianti lucani".
Redazione (Fonte: Ansa)
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